14 e 24 dicembre Agnone (Is): ‘Ndocciata: il Rito del Fuoco
Il fuoco, compagno immancabile con il suo colore e il suo calore a riscaldare le fredde serate invernali. Il secondo sabato e il 24 dicembre, per la ‘ndocciata, il rito del fuoco più grande al mondo
La storia
Le origini della ‘Ndocciata sono antichissime e si fanno risalire al popolo sannita che era solito usare ‘ndocce come fonte di luce durante gli spostamenti tribali che si verificavano durante la notte. Tale tradizione è stata fatta propria dal Cristianesimo poiché la ‘Ndocciata si svolge da tempo immemore la sera della Vigilia di Natale.
Infatti gli agnonesi che si recavano in paese dalle campagne circostanti per la messa di mezzanotte, utilizzavano proprio le ‘ndocce per illuminare il percorso e, al contempo, riscaldarsi e difendersi dagli animali
Le ‘ndocce
Le ‘ndocce sono grosse torce realizzate con legno di abete bianco e fasci di ginestre secche tenute insieme dallo spago. Sono alte due o tre metri e talvolta sono riunite da paletti trasversali per formare dei gruppi che possono arrivare fino a venti fiaccole. Le contrade di Agnone che partecipano alla ‘ndocciata sono cinque: Capammonde e Capabballe, Colle Sente, Guastra, Sant’Onofrio e San Quirico.
Le file sono costituite ognuna da centinaia di portatori di torce vestiti in abiti tradizionali (le cappe), che sfilano per il corso principale del paese illuminandolo con una lunga scia di fuoco. Vi sono cori ed esibizioni di zampognari per le vie di Agnone, oltre a competizioni per stabilire quale sia la più grande e la più bella “‘ndoccia“. La processione si conclude con un falò chiamato “Falò della Fratellanza” a Piazza Plebiscito.
Secondo la tradizione, in base a come la ‘ndoccia ardeva si traevano auspici: se soffiava il vento di tramontana si prevedeva una buona annata. Un fuoco scoppiettante e una fiamma consistente erano considerati ben auguranti perché in grado di scacciare le streghe
Programma
Gli ‘ndocciatori, provenienti dalle cinque contrade sono pronti ogni anno a stupire i tanti visitatori che arrivano, portando sulle spalle grandi ‘ndocce infuocate. Dalle 18:00 parte la sfilata lungo il corso e, una volta giunti in piazza, si accende un gran falò, detto “della fratellanza“, attorno al quale la popolazione si riunisce per dare l’addio a quanto di negativo c’è stato durante l’anno che sta per finire e che sarà simbolicamente bruciato nel fuoco