Zanzibar: “l’isola delle spezie”
Guida al viaggio (la mia esperienza)
Introduzione ed itinerario
L’arcipelago di Zanzibar comprende le isole di Unguja (la più estesa ed identificata come Zanzibar), Pemba e un insieme di isolotti minori.
È situata ad una trentina di chilometri dalle coste della Tanzania, facilmente raggiungibile dalla capitale Dar Es Salaam anche a bordo di veloci imbarcazioni.
La mia “prima volta” è stata un’avventura, prenotando da casa solo il volo che da Arusha in Tanzania mi ha portato direttamente sull’isola.
Ho scelto le spiagge a sud, lungo la costa orientale, Paje, Bwejuu e Jambiani, dove più ci piaceva ci si fermava, strutture spartane, economiche ma genuine, dove al calar della sera intorno ad un approssimativo falò ci si divertiva fino all’alba.
Con moglie al seguito invece, tutto prenotato tramite agenzia, villaggio turistico a Pwani Mchangani compreso.
Le strade dell’isola erano in pessime condizioni con lunghi tratti di sterrato, ora fortunatamente sono state parzialmente ricostruite, ma i taxi che le percorrono a velocità pazzesche e senza delle regole precise, restano pericolosissimi.
I taxi ufficiali hanno la targa rossa e l’unica alternativa è rappresentata dai dalla-dalla, i coloratissimi pulmini, sempre zeppi fino a scoppiare ma decisamente più economici.
La corrente elettrica è di 230/240 volt e occorre premunirsi di adattatore lamellare tipo “inglese”.
Una settimana è sufficiente per entrare in sintonia con il luogo, i ritmi e la popolazione locale, molto povera ma sempre pronta ad un sorriso.
La religione musulmana si fonde con una varietà di altri credo con reciproco rispetto e condivisione.
Le diverse etnie indiane, arabe ed europee che nei secoli hanno colonizzato l’arcipelago, non hanno influenzato la cultura swahili, ancora profondamente radicalizzata in molti zanzibarini.
Zanzibar lascia un ricordo unico ed indelebile ed io sono sempre pronto a ritornarci e quindi non mi resta che dire: Jambo Zanzibar, asante sana, kwa heri
Come arrivare
Il volo charter diretto dall’Italia può prevedere un piccolo scalo in Kenya, di solito sono circa 9 ore di volo.
Naturalmente per entrare nel Paese è necessario il passaporto con validità residua di 6 mesi al momento dell’ingresso e del visto turistico d’ingresso, reperibile negli aeroporti di Zanzibar e di Dar Es Salaam al costo di 50 USD $, o 50€ se non si hanno dollari, è possibile pagare anche con carta di credito.
Il pagamento della tassa di uscita da Zanzibar è previsto solo per i voli charter e non per i voli di linea, altri 50$.
Quando andare
Il clima è tropicale, la stagione delle piogge inizia in aprile e finisce in settembre, novembre è il mese meno piovoso, febbraio e marzo i mesi più caldi, dove la temperatura diurna può raggiungere i 40 gradi.
Moneta
Lo scellino della Tanzania (TZS) è convertibile all’ufficio di cambio in aeroporto o a Stone Town; suggerisco di portare Euro e Dollari, anche di piccola taglia, che vengono comunque accettati da chiunque.
Le carte di credito ormai vengono accettate sia negli alberghi che nei ristoranti, ma è opportuno comunque chiedere sempre prima, per via di una connessione non sempre in grado di garantire la buona riuscita della transizione.
Telefono ed internet
Conviene prendere una card e la scheda di ricarica dell’operatore locale Zantel, non è in vendita all’aeroporto ma nei tanti chioschetti disseminati lungo l’isola.
Internet con wi-fi gratuito è presente in tutti i resort e nei ristoranti e locali più rinomati; in città è possibile trovare degli internet point
Sicurezza
La popolazione è serena e pacifica, non abbiamo riscontrato alcun problema
Salute
Non ci sono vaccinazioni obbligatorie, le ultime notizie dicono che la malaria non è più presente nell’isola, come al solito sta nel buon senso di ognuno decidere se procedere o no con la profilassi antimalarica.
Come al solito suggerisco di stipulare un’assicurazione che preveda il rimpatrio nel caso di necessità in quanto la struttura dell’isola non garantisce un’adeguato standard igienico sanitario
Cucina
La cucina tradizionale è molto nutriente per la presenza del latte di cocco e particolarmente speziata.
La pesca offre una varietà di pescato di primissima qualità, quindi aragoste, granchi e calamari a go-go.
A Stone Town si possono degustare eccellenti piatti indiani, a base di riso e curry, e non mancano i ristoranti che offrono cibo europeo.
Inoltre, al calar della sera, i giardini Forodhani sul lungo mare si animano di una moltitudine di banchetti, dove poter assaporare la grande varietà di prodotti dell’isola
Consigli per gli acquisti
Fare shopping è decisamente divertente e piacevole visto la consuetudine del contrattare ogni articolo, nei vicoli di Stone Town gli innumerevoli negozietti offrono soprattutto oggetti di artigianato locale in legno e recipienti contenti le spezie.
Lungo le spiagge ci sono molti chioschi con esposti i coloratissimi quadri tinga-tinga che puntualmente ho acquistato per arredare le pareti del mio salotto.
Il kanga l’abito delle donne zanzibarine potrebbe essere un’idea alternativa di acquisto
Cosa vedere
Stone Town o Zanzibar City
La Capitale, con il suo caratteristico stile arabo è patrimonio dell’umanità Unesco, chiamata la “città di pietra” ma in realtà gli ottocenteschi edifici sono costruiti di corallo, presente nel sottosuolo dell’isola.
Le oltre 500 porte intarsiate a mano da esperti artigiani, rappresentano in un passato non troppo lontano l’agiatezza delle famiglie più influenti, i portoni arabi con i ricchi decori rappresentanti versi del Corano e i portoni indiani con le borchie appuntite in ottone per resistere all’attacco degli elefanti.
Passeggiando tra gli stretti vicoli, verrete completamente avvolti dalla magica atmosfera che Vi circonderà, zigzagando nei bazar, tra mercanti che proveranno a venderVi di tutto ed il profumo inconfondibile delle spezie e dell’incenso.
Non può mancare la classica foto davanti all’edificio dove nacque Freddy Mercury leader dei Queen.
Oltre alle innumerevoli moschee, la chiesa Anglicana costruita nel vecchio mercato degli schiavi, rappresenta quanto sia possibile una pacifica convivenza tra le religioni.
Sul lungomare primeggia lo spettacolo offerto dalla Casa delle Meraviglie, Beit el-Ajaib, primo edificio dell’Africa orientale munito di ascensore e primo dell’isola a possedere l’energia elettrica.
Altri edifici interessanti sono il Forte Antico, la Cattedrale di San Giuseppe e la Casa degli schiavi, un luogo che purtroppo ha segnato la storia dell’umanità
Le spiagge
Il ritmo scandito dalle maree è fondamentale per l’allevamento delle alghe, esportate in tutto il mondo per la fabbricazione di cosmetici.
L’acqua si ritira, creando piscine naturali e permettendo di arrivare facilmente alla barriera corallina che può offrire delle simpatiche “sorprese” nascoste tra il corallo.
L’acqua trasparente dalle infinite tonalità fa da cornice alle numerose spiagge circondate da una natura rigogliosa, con le alte palme da cocco che, oltre a regalare splendide cartoline al turista, forniscono una varietà di prodotti utilizzati dagli zanzibarini per lo svolgersi della loro vita quotidiana.
In ogni spiaggia non potrà mancare l’occasione di avvistare i dhow, le tipiche imbarcazioni arabe da trasporto con la bianca vela triangolare.
Nungwi, con la sabbia di un bianco accecante e fine come borotalco, situata all’estremità settentrionale dell’isola, con il villaggio di pescatori, con i centri di immersione, punto di partenza per esplorare i vicini fondali, è sicuramente la spiaggia più gettonata.
Matemwe, Pwani Mchangani e Kiwengwa, lungo la costa nord orientale, sono zeppe di resort, anche italiani, il fenomeno delle maree rende impossibile la balneazione in determinati orari della giornata ma nel contempo regala una visione surreale del tratto di mare che Vi sta di fronte.
Bwejuu, Paje e Jambiani, chilometri e chilometri di sabbia sulla costa sud orientale, con sistemazioni per tutti i gusti e tutte le tasche, sono particolarmente adatte alla pratica del kite-surf
Jozani Forest
La riserva protegge una delle ultime colonie di colobi rossi, ormai quasi estinti, un percorso naturalistico costruito nel suo interno Vi permetterà di avvicinare queste simpatiche scimmie.
Inoltre, ospita altre razze di scimmie, farfalle, uccelli, antilopi e procavie
Spice tour
Zanzibar è stata per anni il più grande produttore al mondo di chiodi di garofano il karafu e molti aspetti reali della vita dell’isola sono legati a questa attività.
La visita in una piantagione di alberi da frutto e di spezie è indubbiamente un’esperienza immancabile, le guide preparate Vi faranno scoprire un mondo ricco di profumi, sapori e storia.
Vaniglia, fiori di garofano, pepe, cardamomo, noce moscata, ginger, peperoncino, cannella, citronella e zenzero, le spezie che per anni hanno aiutato l’economia dell’arcipelago
Pemba e isolotti minori
La seconda isola per grandezza dell’arcipelago è facilmente raggiungibile con un breve volo di una trentina di minuti, meno turistica e più selvaggia, offre spiagge paradisiache e fondali marini unici.
Purtroppo l’alto costo del biglietto aereo ci ha scoraggiato la visita.
A largo di Stone Town è possibile imbarcarsi per gli isolotti che affiorano di fronte, tra i quali il Sand Bank, una lingua di sabbia bianchissima che affiora dal mare solo con la bassa marea
Consigli
Attenzione ai ricci di mare, i loro aculei sono dolorosissimi, se decidete di arrivare alla barriera corallina a piedi, fatevi accompagnare dai simpatici ragazzi Masai che Vi aiuteranno a destreggiarVi con il percorso più sicuro.
Ascoltate ed imparate questa simpatica canzone, facilmente reperibile in internet, che allieterà tutta la Vostra vacanza: Jambo, jambo bwana, habarigani, nzurisana, wageni, wakaribishwa, zanzibarety, hakuna matata.
Non perdeteVi il tramonto, magari sorseggiando una bibita fresca in uno dei tanti locali della Capitale.
Per le escursioni sull’isola i beach boys sono l’alternativa economica alle proposte fatte dai tour operator, sono affidabili, simpatici e molto preparati, verrete sicuramente notati al Vostro arrivo in spiaggia.
Chiedere sempre il permesso prima di scattare fotografie alla gente del luogo.
Non dimenticate la crema solare e un buono spray anti zanzare.
Finalmente è stato inaugurato il nuovo aeroporto.
Decisamente da provare il ristorante The Rock, un’autentica perla nell’oceano Indiano.
Posto su di un isolotto di corallo di fronte alla spiaggia di Pingwe, un posto unico dove poter gustare ottimi piatti a base di pesce, si arriva a piedi con la bassa marea o con una piccola imbarcazione, il panorama è decisamente superbo!!!
Il costo di una singola portata si aggira sui 30 USD, bisogna (per sicurezza) prenotare sul sito pagando 10$ di caparra a persona che poi verranno sottratti al conto finale ed è meglio prenotare visto l’esigua disponibilità dei coperti.
www.therockrestaurantzanzibar.com
Sito aggiornato il 31/10/2024
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